lunedì 31 dicembre 2007

domenica 30 dicembre 2007

eco-packaging

Il pack è, nella grande distribuzione in particolare, l'elemento identificativo di un prodotto e di differenziazione dai competitors.

Progettare un packaging efficace e originale nel mercato dei beni al consumo è oggi difficile: si aprono tuttavia nuove e interessanti opportunità per le aziende grazie alla dimensione etica e sociale oltre che estetico - comunicazionale di cui oggi il pack è caricato.

Strategica la ricerca di materiali alternativi.

PLA
(acido polilattico): si tratta di una bio-plastica di origine naturale compostabile al 100% ottenuta da zuccheri ricavati dal mais nell’ottica dello sviluppo di plastiche biodegradabili da risorse rinnovabili.

Competitivi anche i costi: c’è infatti un ampio gap di prezzo tra PLA e PET a vantaggio del PLA meno costoso! Caratteristiche: prestazioni e processabilità elevate, qualità organolettiche superiori, costi contenuti ma soprattutto… provenienza del PLA da fonti rinnovabili al 100%. “Blu lake” è diventata, come innocent, una delle prime companies che commercializzano succhi e bevande alla frutta in bottiglie eco - friendly in PLA (della Nature Works), per ridurre gli sprechi di imballaggi e di energia. Il pack è riempito a freddo, per cui è garantito il controllo termico durante il processo di confezionamento, come per tutto il trasporto, e il prodotto ha una durata di 60 giorni.

Elopak: nata in Norvegia e oggi operativa in tutto il mondo, Elopack (tra i principali produttori mondiali di sistemi di confezionamento per liquidi alimentari) ha concepito l’innovativo metodo d’imballaggio in cartone, biodegradabile, adatto agli alimenti liquidi (soprattutto latte e succhi di frutta.

Pure-pak: è un’azienda “socially oriented”, impegnata in attività di CSR. È il nuovo protagonista dei mercati dei soft drink dell’Europa dell’Est. Pure-Pak® Curve è il packaging di innovativa concezione realizzato da Elopak e Pepsi Americas Europe Group (PAS GEC) per la linea di succhi di frutta a marchio TOMA, di Pepsi. Il nuovo brik dal look “tutto curve”, non convenzionale e di forte shelf appeal, ha permesso ai succhi Toma di riposizionarsi sui mercati cechi e slovacchi, e nel giro di poco tempo di imporsi ai primi posti della classifica dei succhi più venduti.

sabato 29 dicembre 2007

green target

La ricerca è ormai datata ma poco importa perchè è stata realizzata da The Guardian... e si sà come gli inglesi siano più avanti di noi su molte cose, compreso tutto ciò che è green.


Lettura interessante come esempio di ricerca da condurre anche in Italia (vedo bene La Repubblica) per poi fare un confronto diretto tra due mondi così diversi.
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venerdì 28 dicembre 2007

il codice Green

Circa un anno fa Laura Cantoni - ricercatrice di Astarea - ha scritto un interessante saggio sull'affermazione di quello che ha definito "Codice Green". Rileggerlo ora è molto interessante perchè permette di comprendere come ancora oggi la maggioranza delle aziende italiane sono più impegnate a tingere di verde quello che fanno - greenwashing - che non a pensare e realizzare con un vero approccio green. Leggi ora.

giovedì 27 dicembre 2007

quanto green sei?

Un test molto semplice che certamente vi sorprenderà, se non l'avete ancora fatto fatelo ora.

e(co)ducational

Basta poco per trasferire i valori che contano, se poi l'impegno arriva da chi non ti aspetti il risultato è assicurato.

lunedì 24 dicembre 2007

il bilancio di sostenibilità

E' lo strumento di monitoraggio, di rendicontazione e, quindi, di comunicazione del processo di gestione responsabile intrapreso dall’azienda,che tende a rendere visibili le performance ambientali, sociali ed economiche dell'impresa.

Si pone come obiettivo primario la rappresentazione dei valori e degli effetti che l’attività dell’azienda produce sull’ambiente e sull’insieme degli stakeholder.

Quello realizzato da Vodafone Italia ne è un validissimo esempio.
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domenica 23 dicembre 2007

country brand 2

In questi giorni le polemiche sono state numerose, certamente l'editorialista non manca di lucidità.Leggi ora.

country brand

Da FutureBrand (grazie, indispensabili come sempre) il rating 2007 delle nazioni analizzate dal punto di vista dell'attività di branding sviluppata.
Il rating guarda alle nazioni soprattutto in quanto potenziali mete turistiche e di business, ma una lettura "in senso inverso" da un punto di partenza per riflettere su cosa un "made in ..." può basarsi.

L'Italia compare, complessivamente al 5° posto, dopo Australia, USA, UK e Francia, continua quindi a conservare una elevata attrazione e livello mondiale.

La posizione è data soprattutto per il 2° posto nell'item "storicità", per il 1° posto in "arte e cultura" e per il 2° posto in "qualità del cibo".

Ma è interessante rilevare che sono sempre più numerose le persone che pensano ai paesi in termini di impatto sull'ambiente e privilegiano quelle nazioni che si dimostrano più impegnate su questo fronte.

E' poi evidente che tanto più un paese dimostra attenzione all'ambiente tanto più, di riflesso, ne beneficiano cose e persone che dal quel paese provengono.

Considerando i km di costa di cui disponiamo, le Alpi e le Dolomiti che non hanno paragone, ci aspetteremmo un rating molto alto: su questo item non siamo nemmeno tra i primi 10. Leggi ora



sabato 22 dicembre 2007

mondo srl

Inizio così, riportando integralmente il risvolto del libro di Bruce Piasecki edito in Italia da Sperling & Kupfer.

"Inizia l'era della responsabilità sociale, una sfida per tutte le aziende che vogliono restare sul mercato. Ecco alcuni dati:
- il 51% dei maggiori sistemi economici mondiali è costituito da multinazionali e non da nazioni;
- il 40% degli scambi economici globali avviene tra quelle multinazionali;
- solo 21 nazioni hanno un prodotto interno lordo superiore al fatturato annuo di ognuna delle 6 maggiori multinazionali.

Pare che a responsabilità limitata sia rimasto solo il nostro pianeta con le sue risorse non rinnovabili mentre gran parte dell'economia mondiale è nelle mani delle Società per Azioni, ormai più potenti dei governi.

Ed è a queste che il consumatore rivolge le proprie richieste. Facendo suo il punto di vista dell'utente finale, Bruce Piasecki ne mette a fuoco le aspettative: le aziende hanno degli obblighi sociali da rispettare e istanze precise a cui rispondere. Le decisioni di acquisto non saranno più prese sulla base di paramentri come prezzo, qualità e disponibilità, ma sull'attenzione dedicata ai fattori ambientali, umani ed economici che influiscono sull'intera catena del valore di beni e servizi.

Le imprese più avvedute e intraprendenti si stanno già muovendo per garantirsi un futuro attraverso questi paramentri.

Solo i produttori che sapranno integrare nelle proprie attività questi concetti essenziali verranno premiati sul mercato globale."

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