lunedì 28 aprile 2008

accadueo2

Sono necessari 11.000 litri di acqua per fare un hamburger e 83.000 per costruire un'utilitaria.

La media del consumo personale è di 135 litri al giorno, la maggior parte dei quali viene sprecata.

L'acqua, anzi la sua scarsità, sarà un problema globale nel prossimo futuro. La scarsità è dovuta alla crescente domanda da parte delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, come India e Cina, ma anche dai consumi/sprechi degli USA e dei paesi europei. Inoltre i cambiamenti climatici stanno letteralmente "spostando" la disponibilità di acqua, creando luoghi eccessivamente aridi, contrapposti a luoghi eccessivamente piovosi.

Come l'utilzzo di energia da fonti rinnovabili, anche la gestione e l'utilizzo delle risorse idriche diventerà un criterio di scelta nell'acquisto di beni e servizi.

Il consumo e lo spreco saranno sempre più strettamente regolamentate dalla legislazione, modificando anche in modo sensibile, gli stili di vita e di consumo.

La scarsità d'acqua rappresenta una grande opportunità per le aziende innovative, che investono in ricerca in campi quali la distribuzione, la produzione e l'utilizzo, ma l'acqua sarà sempre più "oro blu" con il rischio che si scatenino nuovi conflitti in sostituzione di quelli già in corso per l'oro nero.

sabato 26 aprile 2008

concept leadership

"Quanto maggiore sarà l’influenza dei concept leader, tanto più essi lavoreranno perché si affermino i prodotti e le idee della loro impresa nei relativi scenari di riferimento. Essi diventeranno agenti del volere comune e sostenitori emozionali attraverso le proposte di nuovi concept.

I concept leader, anche di diversi settori, avranno tutto l’interesse a cooperare sempre più intensamente tra loro con alleanze strategiche per offrire in partnership nuovi concept.


In questo scorcio iniziale del terzo millennio la strategia diventa dunque sempre più una visione.

Chi aiuta il consumatore a trasformare bisogni latenti in desideri concreti, elaborando nuovi concept e prodotti sperimentali, diventa concept leader e può rapidamente aprire e occupare mercati saturi solo per chi non è in grado di reinventarli in termini di occasione.
Viene in tal modo corrisposto il bisogno di guida in nuove dimensioni dell’esperienza: la concept leadership diventa così il coraggio di scegliere il futuro, e l’immaginario con i suoi stili di pensiero, uno degli strumenti per realizzarlo."

Tratto da
PreVisioni e PreSentimenti - Francesco Morace.

rinascimento 2.0

"Parlare oggi di innovazione significa dare al design e alla creatività un ruolo che fino a ieri era quello della tecnologia. Gli americani lo chiamano design thinking. L’esperienza estetica – nella sua espressione più “italiana” – colonizza il consumo e riapre i giochi, consegnandoci un mondo da ripensare, da ricreare, da ridisegnare.

Un mondo in permanente trasformazione in cui
il verso è multiplo: architettura, moda, design, grafica, arti visive. In questo percorso il design thinking è quanto di più vicino ci sia all’esperienza rinascimentale di incrocio tra arte, spirito e tecnologia, di cui le invenzioni di Leonardo rimangono l’esempio più elevato.

E’ in questa dimensione che va ripensato anche
il senso dell’innovazione. Per rispondere a questa sfida è necessario definire un percorso in cui il design avanzato, il made in Italy e la Bottega Rinascimentale dimostrano inaspettati punti di contatto e di vitalità e un potenziale straordinario in termini di nuove metodologie di lavoro. Il Rinascimento ha costruito la sua straordinaria unicità sulla capacità di giocare la propria intelligenza condivisa su diversi livelli e con protagonisti eccellenti (i maestri del Rinascimento) impegnati nell’atto della creazione.

La Rete e le nuove comunità di progetto possono assumere oggi un ruolo simile a quello della bottega rinascimentale, creando le condizioni di confronto e di
condivisione che in passato esistevano nell’esperienza delle botteghe artigianali o d’arte: per questo ad esempio si parla oggi - in considerazione del grande contributo di Internet a questo tipo di progetti - di Rinascimento 2.0. La previsione è che questo possa avvenire in tempi accelerati."

Tratto da PreVisioni e PreSentimenti - Francesco Morace.

sabato 19 aprile 2008

venerdì 18 aprile 2008

misurare la sensibilità

L’ultimo progetto “di ascolto” di Enel sembra essere un ottimo esempio di dispersione del potere e di maggiore coinvolgimento dei vari portatori di interessi che non un semplice sondaggio.

Il Sustanaibility Meter mette direttamente in contatto azienda
e utenti/portatori di interessi. Lo scopo è comprendere quanto l'idea di sostenibilità dei consumatori sia vicino a quello di Enel, calcolandone l’eventuale distanza, e comprendere come colmarla, intervenendo sulle strategie aziendali.


Rispondendo a 24 quesiti suddivisi per area di interesse attraverso una scala di "importanza", il Sustainability Meter determina la
sensibilità di ogni utente/stakeholder rispetto alle tre variabili fondamentali della responsabilità sociale - ambiente - società - economia.

La metodologia è quindi un mezzo semplice ed immediato per attivare una conversazione con il consumatore, coinvolgendolo nella definizione delle strategie aziendali, certamente senza vincolarsi, ma l'aver invitato i consumatori a tratteggiare i “contorni” di un concetto come quello della responsabilità sociale d’impresa, è un grande passo avanti.

venerdì 11 aprile 2008

reciprocità

Mutual Social Responsability, così viene definita oltre oceano. “E’ il nuovo fenomeno a cui stiamo assistendo”, commenta Mitch Markson, presidente di Edelman Global Consumer Brand e fondatore di Goodpurpose.
“E’ la naturale fusione fra la corporate social responsability e il più tradizionale cause-related marketing”, aggiunge, confortato dai dati di una ricerca che ha sondato 5.600 consumatori di nove Paesi: Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Germania, Brasile, Italia, Giappone, India e Canada.
La reciprocità diventa chiave di volta. E l’empatia premierà quei brand che meglio sapranno interpretare le rinnovate attese. Assumendosi le proprie responsabilità.

5 gli aspetti più rilevanti emersi dalla ricerca:

1 – i consumatori non sono mai stati tanto coinvolti in azioni di rilevanza sociale.

2 – i consumatori sembrano preferire sempre più brand in grado di fare “la differenza”

3 – i consumatori sono pronti ad allearsi con i brand in una sorte di mutua responsabilità

4 – i brand hanno l’opportunità di raggiungere un maggior numero di consumatori fornendo risposte sociali

5 - Word of mouth è la più credibile fonte d’informazione sui brand impegnati in progetti di sostenibilità


Se le dichiarazioni saranno supportate dai fatti, le aziende hanno materia su cui riflettere. Perché il rischio è che l’85% dei consumi subiscano uno spostamento a favore di chi può garantire una migliore salvaguardia e tutela ambientale o un coinvolgimento in cause a difesa della salute e del benessere inteso in senso più generale.
E non solo, perché la metà del campione è anche disposta a fare da cassa di risonanza - e sappiamo come internet amplifichi nel bene e nel male i messaggi - a favore di un prodotto che si sia assunto tale impegno.

Le conferme già oggi non mancano. Pensiamo a brand come Dove, The Body Shop, Virgin o Coca-Cola, che il tema della responsabilità sociale lo stanno già cavalcando e che sono entrati nel vissuto di molti di noi proprio forti di questo orientamento. E laddove l’impegno esiste, il “fare guadagno” non viene visto in modo negativo. E’ proprio questo il tacito accordo: tu mi aiuti a vivere in un contesto migliore, io contribuisco al tuo arricchimento.

C’è anche un’opportunità da cogliere. Perché se è vero che “l’impegno” farà da spartiacque, molto poco ancora si sa di chi ha già iniziato a impegnarsi. Nel mondo solo il 39% dei consumatori sono al corrente di un qualche brand che si è già mosso in tale senso. A questo si aggiunge che la mancanza di tempo (52%) e di denaro (41%) vengono additati come le principali cause di uno scarso impegno personale.
Ai brand viene dunque chiesto di diventare ‘tramite’ per poter contribuire in qualche modo. Dunque molto margine di comunicazione c’è per chi decida di approcciare questo posizionamento.

(fonte: www.youmark.it)

giovedì 10 aprile 2008

accadueo

Da do the green thing l’invito per il mese di aprile: non smettere di farsi la doccia ma farsela, la doccia, usando meno acqua.

mercoledì 9 aprile 2008

caccia all'errore


Bella campagna, finalmente un impegno concreto per un problema enorme... Benetton da tempo ci ha abituati a campagne pubblicitarie con la pretesa di un ruolo sociale, qui sembra sia stato fatto un passo in avanti, con un coinvolgimento reale... però su Google potete trovare ancora circa 226.000 pagine che raccontano di cosa la famiglia Benetton abbia fatto in Argentina... e nulla che racconti di come abbiano rimediato.

Il web rende tutto trasparente, il controllo del brand lo hanno i consumatori, non l'azienda... si faccia più attenzione!

sabato 5 aprile 2008

questione di feeling

Cliccate qui per un divertente filmato, da tempo in rete e ora anche tradotto in italiano, che farà amaramente sorridere chi crede ancora nella forza della réclame.