lunedì 29 giugno 2009

home

Realizzato dal fotografo Yann Arthus-Bertrand, HOME è uno spettacolare film che ci racconta l'impatto che in pochi secoli l'uomo è riuscito a produrre su di un ecosistema che, così come lo conosciamo, esiste da circa 200.000 anni.

Questo è il trailer, il film è disponibile sul canale YouTube.

martedì 23 giugno 2009

sabato 20 giugno 2009

venerdì 19 giugno 2009

il cibo degli italiani

Etico, verde e sostenibile, ecco come dovrebbe essere il cibo di due italiani su tre secondo una ricerca effettuata su consumatori e aziende di settore dalla fondazione internazionale Dnv (Det Norske Veritas) nel mese di aprile, confermando un trend sempre più in crescita sui temi della sicurezza e della sostenibilità dei prodotti agroalimentari.

Acquisti più verdi e sostenibili

Dalla ricerca emerge in primo luogo una tendenza consolidata: i comportamenti d’acquisto dei consumatori premiano la fiducia nella marca dei prodotti e nel punto di vendita. La sicurezza e la qualità del prodotto sono considerate dei prerequisiti all’acquisto: nel 72% dei casi viene verificata solamente la data di scadenza, soprattutto dalle fasce di età più giovani (25-44 anni) e al Centro Sud. Nel 49,3% dei casi ci si affida anche alla notorietà/reputazione di marca, mentre nel 34,3% di quella del venditore/punto di vendita.


Nella valutazione del prodotto il 65% del campione attribuisce importanza alla voce “Ambiente/Inquinamento”, con maggiore incidenza presso i soggetti più maturi, le donne residenti al Nord di Italia; il 70% attribuisce importanza agli aspetti etico-sociali, con incidenza leggermente più alta presso i soggetti più maturi.

Bassa emissione di CO

Alla tematica della sostenibilità viene assegnata un’importanza crescente nel sistema dei valori e nelle scelte d’acquisto dei consumatori. Questo anche se i termini “Carbon free” e “Carbon neutral”, utilizzati per indicare i prodotti realizzati attraverso una filiera agroalimentare a bassa emissione di CO2, sono di fatto sconosciuti presso tutti i target intervistati: il 94% del campione dichiara di non averne mai sentito parlare anche se l’espressione “sostenibilità” viene ricondotta correttamente all’area ambiente ed ecologia.


Un dato che dovrebbe comportare, per le imprese del settore, ampi spazi di manovra per attivare interventi di comunicazione e di education in grado di influenzare le decisioni di acquisto del consumatore sul tema della eco-sostenibilità.


Imprese e impatto ambientale

Le imprese interpellate nel corso dell’indagine tendono a sottolineare il valore per la food industry della certificazione della qualità e della sicurezza dei prodotti: il 71% del campione la ritiene importante e ben l’88% ritiene che le certificazioni di sicurezza e qualità emesse da terze parti indipendenti siano in ogni caso da comunicare non solo alla gdo, ma anche al consumatore finale.


Nelle risposte delle imprese trova conferma il trend a favore dei prodotti verdi e sostenibili emerso dalle risposte dei consumatori: a giudizio delle imprese, il grado di considerazione dei temi ambientali ed etico sociali tenderà a crescere nei prossimi anni (82% del campione)


(fonte: GDO WEEK)

giovedì 18 giugno 2009

acqua veritas

Per ridurre il consumo di acqua minerale in bottiglia campagna di branding per l'acqua del rubinetto, a Venezia.

mercoledì 17 giugno 2009

quale intelligenza?

È più dannoso per l'ambiente usare un bicchiere di carta o uno di plastica? Stappare una bottiglia di vino arrivata dalla Francia via terra o dalla Spegna via mare? La risposta non è mai ovvia, e spesso l'acquisto "verde" è un miraggio: i pomodori "prodotti localmente" a Montreal, in Canada, vengono selezionati in Francia, crescono in Cina e germogliano in Ontario prima di arrivare nelle serre del Quebec.

Su ogni oggetto che compriamo è nascosto un "cartellino del prezzo" aggiuntivo: sono i costi che paga il pianeta, e quindi la nostra salute. Ma ci è impossibile valutarli correttamente, perché non ce ne accorgiamo: il nostro cervello non è attrezzato per farlo. Non basta quindi un'informazione trasparente per diventare i consumatori consapevoli di un mercato ecosostenibile.

Occorre un radicale cambiamento cognitivo, che ci permetta di reagire a una vernice al piombo con la stessa istintiva percezione di pericolo che da millenni proviamo alla vista di un predatore.

Daniel Goleman introduce con questo libro un concetto rivoluzionario: la cura per l'ambiente non è un movimento o un'ideologia, è il nostro prossimo gradino evolutivo. È l'intelligenza ecologica, da sviluppare come specie, non come individui, indispensabile per affrontare sfide troppo complesse per vincerle da soli.

Perché l'uomo è un animale con una nicchia ecologica particolare da salvaguardare. L'intero pianeta Terra.

(fonte: www.ibs.it)

martedì 9 giugno 2009

tu vuò fa l' american!


Puorte o cazone cu 'nu stemma arreto 'na cuppulella cu 'a visiera alzata. Passe scampanianno pe' Tuleto camme a 'nu guappo pe' te fa guardà!

Tu vuò fa l' americano! mmericano! mmericano siente a me, chi t' ho fa fa? tu vuoi vivere alla moda ma se bevi whisky and soda po' te sente 'e disturbà.

Tu abballe 'o roccorol tu giochi al basebal ' ma 'e solde pe' Camel chi te li dà? ... La borsetta di mammà!

Tu vuò fa l' americano mmericano! mmericano! ma si nato in Italy! siente a mme non ce sta' niente a ffa o kay, napolitan! Tu vuò fa l' american! Tu vuò fa l' american!

Comme te po' capì chi te vò bene si tu le parle 'mmiezzo americano? Quando se fa l 'ammore sotto 'a luna come te vene 'capa e di: "i love you"!?

Tu vuò fa l' americano mmericano! mmericano siente a me, chi t'ho fa fa? tu vuoi vivere alla moda...

venerdì 5 giugno 2009

communication design


Riporto integralmente dal blog di The Hub Milano.

The main activity of designers will be as social innovators“, parola di Ezio Manzini in un intervista/evento organizzata da o2NYC , meno di un mese fa, dal titolo “Sustainability: The Exit Strategy. Small, local, open and connected. An Evening with Ezio Manzini”.
Nella sua relazione, Ezio disegna una exit strategy per conscious designers pronti ad “offrire soluzioni per il cambiamento climatico, ridurre l’impatto dei materiali, ideare strumenti di design per una società migliore”. Parole chiave della conversazione sono il movimento del green design, quello dello Slow food, il ruolo dei designer per incidere nei processi di social innovation.
In particolare su quest’ultimo punto, Ezio sostiene che, a differenza delle trasformazioni guidate da scienziati, economisti, realtà del terzo settore e privati, i “designed systems” si rivelano più forti e replicabili. I designers trasformano le idee in pratica: l’obiettivo è trasformare i prototipi in prodotti. (“The role of designer then shifts from making things into mass produced consumer objects, to shepherding local sustainable practices into wider mainstream society”).
Nell’era dei network, il fenomeno dell’innovazione sociale è generato dagli attori del cambiamento coinvolti “direttamente” nella risoluzione dei problemi. I designers dovrebbero creare le condizioni affinchè le collaborazioni e l’agire collettivo risultino possibili ed efficaci:we create the conditions, not the solution“.
Nell’economia sociale questo dovrebbe essere il lavoro principale dei designer, e non relegato ad attività e momenti di volontariato.
Lo scenario è in cambiamento, e le evidenze non mancano: il Social Innovation Fund e l’Office of Social Innovation in USA; il riconoscimento ufficiale da parte della UE nel definire l’innovazione sociale quale asset strategico per uno sviluppo sostenibile, l’attenzione dell’accademia, i principi del co-working, del social business basato sulla condivisione delle conoscenze e dei processi.

Now is the time. We need radical change; increasing consciousness is not enough

Tutto ciò mi dice che anche nella comunicazione (e nel marketing) si deve fare un enorme balzo in avanti per PROMUOVERE SOLUZIONI, GENERARE SCENARI e AMPLIFICARE I SEGNALI.

In poche parole occorre sviluppare un approccio di Communication Design per aiutare il processo d'innovazione.

giovedì 4 giugno 2009

stern = severo

La sintesi più nitida ed esauriente del Rapporto Stern che è ormai ritenuto il documento di riferimento sul clima, in particolare sul riscaldamento globale, le sue cause e conseguenze; sui comportamenti virtuosi o pericolosi dell'uomo; sulle contromisure più efficaci da prendere.

E' esattamente questo rapporto a dividere in fazioni spesso ideologicamente schierate governi, agenzie, istituzioni, associazioni; è contro questo rapporto che si è scagliata la prosa lucida e disinibita di Nigel Lawson.

Decisamente da leggere e meditare.

mercoledì 3 giugno 2009

martedì 2 giugno 2009

la casa da 100k €

A basso costo – A misura di desiderio – A basso impatto

Sono i tre presupposti – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico­- che danno vita al progetto La Casa da 100 k €, modello abitativo condominiale.

Il tentativo di restituire una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e senso di piacere dell’abitazione.

Una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica.

Una casa che si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre.

E se fosse una soluzione per fare della ricostruzione dell'Abruzzo un cantiere di idee e di sperimentazioni?

lunedì 1 giugno 2009