L'eolico avanza. Nel mondo, in Europa e in Italia aumenta l'energia pulita prodotta con la forza del vento e, parallelamente, le bollette si fanno un po' più leggere e si intacca meno il "serbatoio" del petrolio: nel 2007 un risparmio di 17 milioni di barili solo nel nostro Paese, secondo i dati dell'Anev, l'Associazione nazionale energia del vento che raggruppa i produttori e gli operatori dell'eolico.
Ma non basta, il settore potrebbe dare di più. E' per questo che è stato istituito il "Wind Day", la Giornata europea del vento, che si celebra oggi, 15 giugno, in oltre venti Stati europei, tra cui il nostro.
L'energia eolica è la fonte rinnovabile che cresce più rapidamente in termini di capacità installata. L'anno scorso è aumentata del 18% in Europa, del 28% in Italia e, a livello globale, il 2007 ha segnato uno storico sorpasso: dal punto di vista dei nuovi impianti l'eolico ha battuto il nucleare. "Sfruttare l'energia eolica significa aiutare l'ambiente, ma anche aumentare la sicurezza energetica, ridurre la dipendenza dall'estero e la fluttuazione dei prezzi dell'energia", spiega il segretario generale di Anev, Simone Togni.
Senza contare le ricadute positive sull'occupazione: secondo uno studio dell'associazione, entro il 2020 l'eolico porterà a oltre 50 mila nuovi posti di lavoro. "Non si tratta di fantascienza - dice Togni - visto che in Germania, il paese primo nel mondo per l'energia del vento, in 8 anni gli addetti al settore sono cresciuti di 380 mila unità".
E' ancora lontana dalla Germania, ma anche l'Italia negli ultimi anni ha fatto passi avanti nel campo dell'energia prodotta dal vento, con 2.943 impianti eolici distribuiti soprattutto nel Centro-Sud, che garantiscono oltre 2.700 megawatt di potenza. Il che copre circa l'1,1% del consumo interno lordo di energia elettrica. Un miglioramento rispetto al passato, ma ancora poco in confronto alla "ventosissima" Danimarca.
Infatti, se l'Italia nel 2007 ha prodotto 4,36 terawattora da fonte eolica, pari al consumo di 5 milioni di abitanti lo stato nordico ne ha prodotti 6,6 ma destinati a una popolazione di appena cinque milioni e mezzo di persone. E in questo modo la potenza eolica di Copenhagen è riuscita a garantire il 20% del fabbisogno pubblico. "L'Italia è molto in ritardo rispetto agli altri paesi europei - continua Togni - basta guardare alla Germania che, prima in Europa con oltre 22 mila impianti, ogni anno installa più pale di quante non ne siano state installate da noi in 15 anni". Altro esempio virtuoso che il Belpaese potrebbe seguire è quello dei "cugini" spagnoli. La Spagna nel marzo scorso ha stabilito un record energetico: con l'eolico ha coperto quasi la metà della domanda nazionale di elettricità, il 40,8%.
Ma che cosa rallenta lo sviluppo del settore in Italia? Secondo il segretario di Anev, le colpe sono da ricercare nei troppi interessi politici ed economici, ma anche nell'eccesso di ostacoli burocratici. "La Conferenza dei Servizi, che dovrebbe dare un parere sulla possibilità di realizzare un nuovo impianto entro 180 giorni, ci impiega da tre a cinque anni", precisa Togni.
La pensa diversamente Carlo Ripa di Meana, presidente della sezione romana di Italia Nostra, che definisce l'eolico in Italia un "enorme raggiro" e sostiene che "dopo dieci anni di investimenti colossali e distruzione paesaggistica abbiamo ottenuto benefici energetici risibili".
Il "Wind Day" nasce per dissipare dubbi e polemiche, oltre che per sensibilizzare politici, imprenditori e opinione pubblica. L'Anev ha organizzato un weekend all'insegna di attività didattiche e ludiche in diverse regioni italiane: tra le varie iniziative figurano le regate a Ostia e sul lago di Garda, ma anche l'"Open Day" negli impianti eolici a nord di Cagliari. Sempre in Sardegna, si corre la Maratona eolica, una corsa che da Ulassai attraversa i "parchi del vento" fino a Nurri.
Per ricordare che la Sardegna ha tutte le potenzialità per incrementare l'eolico. Attualmente produce 367 megawatt di potenza in 370 impianti, ma è meno di quello che riesce a incamerare la capofila delle Regioni italiane, la Puglia (658 impianti per 685 megawatt), o la Sicilia (631 "girandole a vento" e 583 megawatt) e la Campania (606 impianti, 519megawatt).
(tratto da www.repubblica.it)
domenica 15 giugno 2008
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