mercoledì 23 dicembre 2009
trasloco
venerdì 11 dicembre 2009
parole per il futuro
BRASILE Meglio tardi che mai. Per decenni il Brasile è stato responsabile della deforestazione dell'Amazzonia, una devastazione che minaccia la sicurezza di uno degli ecosistemi fondamentali. Oggi il governo di Lula ha cambiato rotta: Copenaghen può essere il momento di rendere ufficiale la svolta.
CINA E' il paese che emette più anidride carbonica di tutti gli altri. Ma sta già pagando un prezzo pesante, in termini di vite umane, al cambiamento climatico. Se potesse scegliere tra il carbone e le tecnologie più avanzate della terza rivoluzione industriale cosa farebbe?
EFFICIENZA ENERGETICA E' la base per il riassetto energetico. Molti tagli di emissioni si possono realizzare eliminando gli sprechi e l'inefficienza.
FONDI I fondi per il trasferimento delle tecnologie avanzate ai paesi meno industrializzati sono un atto di giustizia: non si può penalizzare proprio chi è stato escluso dalla seconda rivoluzione industriale. Bisogna permettere a questi paesi di fare il salto della rana passando direttamente alla Terza rivoluzione industriale.
IDROGENO Le rinnovabili sono una fonte pulita ma non costante: c'è bisogno di un serbatoio per immagazzinare l'energia prodotta durante i momenti di picco. Questo serbatoio è l'idrogeno che permette anche di riutilizzare in modo flessibile l'energia accumulata.
KYOTO E' stato il momento che ha segnato l'inizio del percorso dalla geopolitica alla politica della biosfera.
LAVORO La Terza rivoluzione industriale dà spazio a sistemi labour intensive e produrrà milioni di posti di lavoro.
NUCLEARE Il nucleare è la tecnologia della guerra fredda. In più di mezzo secolo non ha risolto i suoi problemi, anzi li ha aggravati: rischi di incidenti durante tutte le fasi del ciclo di produzione, rischio terrorismo, rischio scorie. E nessun beneficio economico.
OBAMA La svolta di Obama è la premessa per un cambiamento che dovrà essere molto più radicale: senza la visione d'assieme, senza la capacità di pensare a lungo termine, il rilancio delle fonti rinnovabili è privo di solide basi.
POST KYOTO La conferenza di Copenaghen può avere successo se si fa il salto dalla prospettiva degli obblighi a quella delle opportunità. Invece di pensare solo a quantificare quello che non si deve fare bisogna cominciare a dire quante fonti rinnovabili, quanti edifici sostenibili, quanto idrogeno, quante smart grid deve realizzare ogni paese.
RINNOVABILI Sono il primo pilastro della terza rivoluzione industriale. Due regioni spagnole, la Navarra e l'Aragona, in dieci anni sono arrivate al 70 per cento di elettricità da fonti pulite. Perché non fare altrettanto?
SCETTICI E' un gruppetto inesistente sotto il profilo scientifico. Riescono ad avere visibilità perché sono supportati dalle lobby delle vecchie fonti energetiche che li usano per seminare dubbi nell'opinione pubblica.
TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Permette sia lo sviluppo economico che la riduzione delle emissioni serra. Poggia su quattro pilastri: le energie rinnovabili, gli edifici sostenibili, l'idrogeno e le reti intelligenti, le smart grid per distribuire l'energia secondo il modello del web. La Terza rivoluzione industriale significa spostare il potere dalle oligarchie che gestiscono le grandi centrali elettriche alle persone. Oggi parliamo attraverso Skype e si creano network liberi di scambio e condivisione delle informazioni. Perché non farlo con l'energia?
UNIONE EUROPEA E' stata l'apripista della battaglia per la difesa della biosfera. E lo ha fatto in condizioni di isolamento e di grande difficoltà. Ora può guardare con più fiducia al futuro, soprattutto se saprà sfruttare le sue grandi potenzialità.
VEGETARIANI La seconda causa di cambiamento climatico al mondo è l'emissione di CO2 derivante dall'allevamento di animali, ovvero dalla grande quantità di carne che consumiamo. Per abbattere le emissioni bisogna passare alla dieta mediterranea, come in Italia, mangiando molte verdure e molta frutta.
mercoledì 9 dicembre 2009
high line park
High Line Park è il nuovissimo parco di NY, nato da un sogno collettivo che ha impedito la distruzione di un sito storico della città trasformandolo in luogo di aggregazione dando una risposta concreta all’eccezionale possibilità di creare un luogo pubblico e utile alla comunità.
La trasformazione della vecchia ferrovia High Line in parco è avvenuta anche, se non soprattutto, grazie all’attività della community Friends of the High Line che è riuscita a coinvolgere e sensibilizzare tutti gli abitanti delle aree attraversate, chiedendo loro di condividere idee su come realizzare il sogno di questa trasformazione.
High Line Park è processo di design e di realizzazione gestito collettivamente.
Il racconto di questa esperienza sociale è raccolta nel sito ufficiale che racconta, aggiorna e aggrega ed è memoria storica dei progetti, le idee e i pensieri di chi ha partecipato e continua a farlo.
martedì 8 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
italia rinnovabile
Ancora oggi in Italia oltre il 93% dell’energia proviene da fonti fossili inquinanti. Il rapporto descrive un percorso che trasforma l'attuale situazione in un sistema energetico sostenibile.
Le fonti rinnovabili saranno in grado di coprire oltre il 60% della domanda di energia primaria del Paese, riducendo le emissioni di gas serra del 71% al 2050, rispetto ai livelli del 1990.
Qui trovate una sintesi del rapporto.venerdì 4 dicembre 2009
cominciamo noi
L'indagine porta in superfice "cinque eco-crimini che commettiamo ogni giorno", a partire dal caffè della mattina.
L'energia consumata per coltivarlo, raccoglierlo, trasportarlo dai paesi tropicali, infine produrre sei tazzine di espresso al giorno - una a cui in molti arrivano - in un anno generano 175 kg di CO2, cioè quanto un volo di 2000Km.
Un caffè in meno al giorno è un risparmio del 16%.
La toilette: ogni kg di rotoloni fatti con carta igienica "riciclata al 100%", riduce di 30 litri il consumo di acqua e di 3 kilowattora quello di elettricità.
Terzo: la moda usa-e-getta che riempie gli armadi di abiti indossati pochissime volte e spesso per una sola stagione.
Un milione di tonnellate di vestiti semi-nuovi finiscono nella spazzatura ogni anno.
Quarto delitto ambientale: quando la pulizia diventa una ossessione. In Inghilterra è stato calcolato che solo il 7,5% degli indumenti messi in lavatrice sono davvero sporchi. Una famiglia media che manda quattro o cinque lavatrici a settimana crea più di mezza tonnellata di CO2.
Al quinto posto arriva un vero crmine contro l'umanità: il cibo buttato via. Questo che non è solo un eco-crimine è ripugnante e anche il più diffuso. La famiglia americana media getta via il 30% degli alimenti che compra, 48 miliardi di dollari che finiscono nella spazzatura ogni anno.
Il latte fresco buttato via in Inghilterra, per essere prodotto ha creato altrettante emissioni CO2 di 10.000 automobili.
Copenaghen comincia in casa nostra ogni mattina e se la sostenibilità non è una favola tocca a noi scrivere il lieto fine.
venerdì 27 novembre 2009
tab
321 water [o meglio 3 to 1] è una bottiglia con sistema di filtraggio immediato che ci ricorda che, almeno in Autralia, servono tre litri di acqua per produrne uno [sembra invece che servano 10 litri di acqua per produrre 1 litro di CocaCola].
Hydros Bottle è invece un sistema di filtraggio che entra in funzione al momento della bevuta.
Vapour è definita come anti- bottle, disegnata per stare in tasca quando non serve e riutilizzabile all'infinito.
giovedì 26 novembre 2009
giovedì 29 ottobre 2009
greenbean
Questo blog è iniziato nel dicembre 2007 citando il libro Mondo S.r.l.:
"Inizia l'era della responsabilità sociale, una sfida per tutte le aziende che vogliono restare sul mercato. Ecco alcuni dati:
- il 51% dei maggiori sistemi economici mondiali è costituito da multinazionali e non da nazioni;
- il 40% degli scambi economici globali avviene tra quelle multinazionali;
- solo 21 nazioni hanno un prodotto interno lordo superiore al fatturato annuo di ognuna delle 6 maggiori multinazionali.
Pare che a responsabilità limitata sia rimasto solo il nostro pianeta con le sue risorse non rinnovabili mentre gran parte dell'economia mondiale è nelle mani delle Società per Azioni, ormai più potenti dei governi.
Le decisioni di acquisto non saranno più prese sulla base di paramentri come prezzo, qualità e disponibilità, ma sull'attenzione dedicata ai fattori ambientali, umani ed economici che influiscono sull'intera catena del valore di beni e servizi.
Le imprese più avvedute e intraprendenti si stanno già muovendo per garantirsi un futuro attraverso questi paramentri.
Solo i produttori che sapranno integrare nelle proprie attività questi concetti essenziali verranno premiati sul mercato globale."
In questi due anni la parola sostenibilità è passata sulla bocca di molti, troppi.
Ancora troppo poche sono le aziende che accettano la sfida dell'innovazione, perchè questo è la sostenibilità - la capacità di innovare le proprie strategie di gestione del business.
Marketing manager e imprenditori si dimostrano ancora dubbiosi e tentennano, mentre la crisi erode i profitti e riduce le opportunità per il futuro.
L'alibi resta ancora l'idea che la sostenibilità sia un costo... è vero! Costa in creatività, ingegno e visione.
Spesso l'alibi è anche l'opinione diffusa che il consumatore [non lo chiamerò mai più cosi] non abbia una reale disponibilità a pagare un surplus per prodotti green... è vero, solo in parte.
Ma perchè dovrebbero? La sostenibilità non può essere una tassa sul futuro, non è un optional, è un bisogno primario.
Il consumatore [ooohps... ] pagherà in fiducia, fedeltà e promozione del brand e tanto dovrebbe bastare per dire grazie.
Sul fronte dei consumi la sostenibilità ha superato il concetto di etica, ora è pragmatica, pura e semplice, una situazione binaria: futuro si - futuro no.
Lo scorso 25 settembre ho scritto: "Ciò che spinge Peter Parker, meglio noto come Spiderman, a non mollare mai, sono le parole pronunciate da suo zio Ben: "Da un grande potere derivano grandi responsabilità".
Se è vero che oggi sono le aziende ad avere il potere di guidare il cambiamento, mi auguro che i manager che le governano abbiano in famiglia uno zio Ben."
Mi piace ricordarlo.
Ora questo blog diventa parte integrante del progetto greenbean.
Un modo per l'agenzia di cui sono co-fondatore di parlare non di se stessa, ma di quello che vede e che sente; un modo per non chiudersi nella logica cliente-agenzia, ma restare quello che vuole essere: un sistema aperto, un aggregatore di idee, persone e professionalità che insieme voglio portare aria nuova nelle piccole e grandi cose, delle persone e delle aziende.