Thomas L. Friedman ha venduto milioni di copie del suo libro sulla globalizzazione, che proclamava scomparsa l’epoca delle grandi differenze tra i pochi paesi ricchi e le tante nazioni incapaci di sviluppo economico e tecnologico attraverso lo slogan, ormai di uso comune, “il mondo è piatto”.
In questo nuovo libro, lo scenario si allarga dall’economia alla demografia e all’ecologia, mettendo a fuoco altri due elementi della situazione attuale: il mondo non è solo piatto, ma anche caldo e affollato. E lo sarà sempre di più.
Ma ciò che differenzia Friedman da molti profeti di sventura è che alla diagnosi preoccupata dello stato di salute del nostro pianeta fa seguire la descrizione di una via d’uscita, la concreta speranza di evitare il disastro ecologico, capace anche di far ripartire l’economia. Se si tratta di inventare un nuovo modello economico, fondato su tecnologie “verdi” e su nuovi prodotti non inquinanti, questo sforzo può costituire il volano per una crescita economica impetuosa, in cui le economie già sviluppate, come gli Usa e l’Europa, possono giocare il ruolo di avanguardia della ricerca e della sperimentazione.
La visione di Friedman, in cui l’ecologia diventa la strada maestra per la ripresa dell’economia mondiale, è oggi esplicitamente condivisa da molti, tra cui il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e promette di diventare la base della discussione pubblica dei prossimi anni.
venerdì 22 maggio 2009
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